Uva senza semi: annullato il brevetto
Verso la liberalizzazione
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Il Tribunale di Bari annulla il brevetto italiano dell’uva senza semi “Superior Seedless” registrato da una importante multinazionale californiana. Il motivo è dato dalla commercializzazione, avvenuta anni fa negli Stati Uniti, che fa venir meno il requisito della novità.
Ricordiamo che ai sensi dell’art. 100 del CPI, affinché possa essere richiesto un diritto di esclusiva su una nuova varietà vegetale – privativa – è necessario che la varietà vegetale abbia i requisiti di:
- novità: la varietà si reputa nuova quando alla data di deposito della domanda il materiale di riproduzione o di moltiplicazione vegetativa, o un prodotto della raccolta della varietà, non è stato commercializzato da oltre un anno sul territorio nazionale o da oltre quattro anni in qualsiasi altro Stato e nel caso di alberi e viti da oltre sei anni;
- distinzione: la varietà si reputa distinta quando si contraddistingue nettamente da ogni altra varietà la cui esistenza, alla data di deposito della domanda, è notoriamente conosciuta;
- omogeneità: la varietà si reputa omogenea quando è sufficientemente uniforme nei suoi caratteri pertinenti e rilevanti;
- stabilità: la varietà si reputa stabile quando i caratteri pertinenti e rilevanti rimangono invariati in seguito alle successive riproduzioni o moltiplicazioni (ne abbiamo parlato qui).
Inoltre una importante novità è data da una recente sentenza della Corte di Cassazione ha visto liberalizzare la commercializzazione delle uve senza semi in ottemperanza alla normativa comunitaria, riconoscendo quindi il diritto alla distribuzione libera della stessa da parte dei produttori, anche se risultano brevettate.
Vedi anche:
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