In questa sezione potrai trovare una risposta a qualunque tuo dubbio o quesito riguardante brevetti, marchi, disegni, modelli, diritto d’autore, aspetti legali e molto altro. La consultazione della nostra vastissima banca dati di articoli è totalmente GRATUITA.
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Il PCT (Patent Cooperation Treaty) o Trattato di Cooperazione in materia di Brevetti è un trattato multilaterale gestito dal WIPO (World Intellectual Property Organization), al quale oggi aderiscono 155 Stati Contraenti. Il Trattato ha lo scopo di facilitare la richiesta di protezione per una invenzione simultaneamente in più paesi, depositando un’unica domanda internazionale di brevetto presso l’Ufficio Ricevente (RO) di uno degli Stati membri, anziché diverse domande nazionali/regionali presso gli Uffici competenti di ciascuno di essi.
Il sistema Dabus
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Supponiamo che l’inventore di un dispositivo e/o di un prodotto non sia una persona fisica ma un robot, cioè un sistema di intelligenza artificiale (IA). Può un robot essere nominato inventore in una domanda di brevetto? Ebbene, questo curioso quesito è un caso realmente accaduto per opera di un geniale programmatore statunitense Stephen Thaler, proprietario del robot Dabus, “Dispositivo per l’innovazione autonoma dal pensiero unificato”.
I diritti di proprietà industriale hanno una durata di 20 anni dalla data di deposito nel caso di brevetti per invenzione industriale, 20 anni dalla data di concessione nel caso di privative per nuove varietà vegetali, di 10 anni dalla data di deposito per modelli di utilità, a partire dalla data del deposito; a due condizioni: che il suo oggetto abbia attuazione e che siano regolarmente pagate le relative spese di mantenimento.
Come proteggere la proprietà intellettuale
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In una stampa 3d potrebbero coesistere più diritti di proprietà intellettuale, quali ad esempio brevetti di invenzione, modelli di utilità o modelli di design; ci si chiede pertanto quali potenziali problemi di proprietà intellettuale possono sorgere in seguito ad una stampa 3D.
Amministrazioni pubbliche ed università
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Quando un’invenzione viene realizzata dal dipendente di un ente pubblico, in particolare da ricercatori universitari, l’art. 65 del Codice dei Diritti di Proprietà Industriale dispone che il ricercatore universitario, o più in generale ogni lavoratore del settore pubblico, è titolare esclusivo dei diritti derivanti dall’invenzione brevettata di cui è autore. In caso di più autori, dipendenti delle università o in generale delle pubbliche amministrazioni, i diritti derivanti dall’esclusiva brevettuale appartengono a tutti in modo equo, salvo diversa pattuizione.
Il sistema delle licenze obbligatorie
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In Italia la licenza obbligatoria di un brevetto è prevista dall’art. 70 c.p.i. al fine di assicurare che la concessione del brevetto sia seguita dalla concreta attuazione dello stesso, dando così modo alla collettività di fruirne, utilizzandolo altresì da base per lo sviluppo di nuova tecnologia.
Principali riferimenti normativi in materia brevettuale
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La legge vigente in Italia è il Codice della Proprietà Industriale, entrato in vigore il 19.3.2005 a seguito del decreto legislativo n°30 del 10.2.2005. Esso ha sostituito e riunito in un’unica legge le singole normative relative a brevetti per invenzioni, modelli di utilità, disegni e modelli, nuove varietà vegetali, topografie dei prodotti a semiconduttori, marchi ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, informazioni aziendali riservate.
Inasprimento delle pene nella protezione dei titoli di Proprietà Industriale
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La Legge 23 luglio 2009, n. 99, anche conosciuta come Legge Sviluppo, ha previsto una serie di interventi che comprendono, fra l’altro, alcune disposizioni in materia di repressione degli atti di contraffazione. In particolare, sono state incrementate le pene previste dall’art. 473 c.p. per le ipotesi di contraffazione, alterazione o uso di marchi e altri segni distintivi (reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 2.500 euro a 25.000 euro) nonché contraffazione, alterazione o uso di brevetti, design e modelli di utilità (reclusione da uno a quattro anni e multa da euro 3.500 a 35.000).