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Sempre più in aumento

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Sempre più in aumento i marchi “green” perchè sempre più nel cuore degli utenti una certa sensibilità a tematiche quali il cambiamento climatico, l’ecosostenibilità, la biodiversità. Di conseguenza si è verificato un aumento nella registrazione di marchi che contraddistinguono prodotti e/o servizi rivolti alle problematiche ambientali.

Ad affermarlo uno studio dell’EUIPO condotto per il tramite dell’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale: nel 2021 sono stati depositati presso l’Ufficio 18.726 marchi dell’UE (MUE) verdi, un record assoluto. Inoltre, la percentuale di marchi comunitari verdi rispetto al numero di marchi comunitari complessivamente depositati è aumentata al 12%.

Risparmio energetico” e “produzione di energia” sono le principali categorie di prodotti relativi ai marchi europei verdi depositati dal 2015, dei quali rappresentano insieme oltre il 48%. A seguire “controllo dell’inquinamento” con il 18% e “trasporto” con l’11% dei depositi (fonte: EUIPO)

E’ bene sapere però che in fase di registrazione vi sono dei limiti che riguardano la descrittività del prodotto o servizio quali i termini “green”, “eco” e “verde”. Per poter registrare un marchio lo stesso deve possedere determinati requisiti. Uno di questi è la distintività (ne abbiamo parlato qui).

Pertanto ci domandiamo: è possibile registrare come marchio una parola di uso comune? Diciamo subito che è certamente possibile registrare come marchio una parola di uso comune a condizione che sia dotato di capacità distintiva e che non sia semplicemente descrittivo dei prodotti e/o servizi che contraddistingue (ne abbiamo parlato qui). Questo naturalmente porta a delle riflessioni circa l’ammissibilità o meno della registrazione di termini di uso comune quali “green” ed “eco”.

Vedi anche:

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