Uso non autorizzato di un marchio su internet.
Quali i rimedi e i rischi che si corrono
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AGGIORNATO IL 31/01/2022
Capita sempre più spesso che un marchio venga utilizzato su internet senza l’autorizzazione del legittimo proprietario; si può dire che oggi è una delle forme più diffuse di contraffazione.
Ricordiamo che la contraffazione di un marchio non consiste solo nella riproduzione dello stesso in maniera tale che venga scambiato per l’originale, ma anche nel suo uso illegittimo (ossia senza l’autorizzazione del titolare). In virtù di ciò, il titolare di un marchio che nel corso degli anni ha acquisito clientela e notorietà anche grazie a quel segno distintivo, ha senz’altro tutte le ragioni per opporsi all’uso illegittimo da parte di terzi di un marchio identico o simile al suo. Tale similitudine genera infatti confusione nei consumatori, sottraendogli quindi una buona fetta di clientela e, magari, andando a ledere la sua immagine (ad esempio a causa della scarsa qualità dei prodotti simili).
Ma quali sono i possibili rimedi? Nei casi di reiterazione del comportamento illecito si può arrivare anche al sequestro del sito. Un caso eclatante di contraffazione di un marchio su internet è di recente arrivato a sentenza nel tribunale di Bologna. La sentenza in questione richiama una decisione delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 2015.
Il tribunale ha ritenuto condannare colui che utilizzava illecitamente il marchio altrui su un sito, con lo strumento del sequestro impeditivo ed il conseguente oscuramento del portale. Il giudice ha ritenuto “adeguata e necessaria tale misura al fine di scongiurare eventuali ulteriori conseguenze della condotta criminosa realizzata”.
Di recente anche la Guardia di Finanza di Macerata ha fatto oscurare ben 98 siti web nel mondo che proponevano la vendita on line di capi di abbigliamento e accessori di noti marchi nazionali ed internazionali ovviamente falsi. Nello specifico i siti risultavano collocati in Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina e Gran Bretagna. Si trattava di un enorme giro di affari illecito di marchi che riproducevano note casa di moda.
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