YouTube e SIAE: come funzionano i compensi?
Diritti d’autore nell’era internet/smartphone
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AGGIORNATO IL 08/02/2021
Nell’era di internet e degli smartphone la musica si fruisce sempre più spesso su YouTube. Ma quanto paga YouTube alla SIAE per l’utilizzo della musica?
In realtà vige un accordo di segretezza tra SIAE e YouTube, cioè un accordo con Google, proprietario di YouTube, che vieta alla SIAE di rivelare le clausole sia finanziarie che normative del contratto tra loro stipulato.
L’accordo prevede che i diritti sui brani ascoltati online su YouTube, vengano pagati da Google alla Siae in proporzione alla pubblicità e al numero di accessi di utenti italiani alle pagine contenenti opere tutelate dalla Siae.
Il contratto inoltre prevede un complesso e articolato sistema di scambio delle informazioni sulle opere musicali contenute nei video. A ciascun video di YouTube sono attribuite le relative informazioni (cd. metadati), di solito fornite dal titolare del video. Per i video ufficiali i metadati sono forniti dal produttore fonografico, insieme al file musicale.
A differenza di quanto accade per le trasmissioni televisive, dove un singolo “passaggio” in prima serata raggiunge potenzialmente milioni di spettatori, sono molto rari i video di YouTube che raggiungono milioni di visualizzazioni. Ciò significa che di solito i video di YouTube generano “micro-pagamenti” di diritti, che si cumulano fino ad arrivare a importi che sia possibile ripartire e liquidare.
La ripartizione dei compensi YouTube avviene su base semestrale; i compensi ripartiti sono pertanto quelli relativi alle visualizzazioni effettuate nel semestre di riferimento. E’ importante sapere che per ricevere dalla SIAE le royalties di YouTube è necessario essere associati: la SIAE riscuote i compensi solo per il repertorio (opere) dei suoi associati e mandanti e quindi questi compensi possono essere ripartiti solo a questi ultimi.
Ricordiamo infine che You Tube, come altre piattaforme o social network, può ricevere richieste di rimozione o di blocco di contenuti di un video o di un profilo per molte ragioni, riferibili al copyright. Ad esempio, si può chiedere la rimozione di un video perché viola la privacy, oppure perché è diffamatorio o perché la qualità audiovisiva è scarsa e può danneggiare la reputazione dell’artista.
(fonte: SIAE)
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