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AGGIORNATO IL 21/03/2022

Le fatture ingannevoli per la presunta registrazione di un marchio, disegno o brevetto sono in forte aumento; la probabilità di ricevere una fattura con la richiesta di denaro è ormai una quasi-certezza. Torniamo pertanto per l’ennesima volta sull’argomento (ne abbiamo già parlato qui, qui e qui) con la speranza che il fenomeno regredisca grazie alla conoscenza della sua natura di “truffa”. 

Per fortuna anche l’Antitrust è intervenuta a supporto con un Vademecum anti-inganni contro le indebite richieste di pagamento alle aziende, affinchè esse siano adeguatamente informate e dunque in grado di proteggersi da raggiri commerciali posti in essere ai loro danni.

Esistono delle società che nascono utilizzando ragioni-sociali volutamente ambigue (ossia confondibili con i nomi ufficiali degli Organi effettivamente preposti), poi attingono i nominativi ed i riferimenti dei titolari di marchi e brevetti dalle banche dati pubbliche, ed infine inviano comunicazioni a tappeto nelle quali vengono richieste delle somme di denaro per l’apparente registrazione del brevetto o del marchio.

In realtà, a ben guardare, queste società propongono quasi sempre di pubblicare il marchio in una propria banca dati, giustificando così la richiesta di denaro. Il trucco è quello di far sembrare la comunicazione “vera” ed effettivamente proveniente da un organo ufficiale; nella moltitudine di comunicazioni inviate, qualcuno casca sempre nella rete dei truffatori. Questi ultimi giocano sempre su questi elementi:

  • un nome ambiguo e confondibile con quello di Organismi ufficiali
  • riferimenti precisi al marchio o brevetto (reperibili su banche dati gratuite)
  • riferimenti precisi al titolare (reperibili anche questi su banche dati gratuite)
  • una lingua spesso diversa dalla propria così da rendere più difficile la comprensione della comunicazione

L’ignaro destinatario della comunicazione, si limita spesso a verificare soltanto la rispondenza dei dati citati, dopodiché essendo consapevole di aver presentato una domanda di registrazione di un marchio o brevetto, paga. Per chi dovesse ricevere una comunicazione dubbia, i suggerimenti sono:

  • rivolgersi ad uno Studio specializzato e sottoporre la comunicazione;
  • guardare il nome della società che richiede il pagamento e ricordare che gli unici Organismi ufficiali dai quali possono potenzialmente arrivare delle comunicazioni sono:
  1. In Italia,l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), con sede a Roma.
  2. Nell’Unione Europea, l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI o OAMI), con sede ad Alicante (Spagna).
  3. Per i marchi internazionali, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI o WIPO), con sede a Ginevra (Svizzera).
  4. Per i Paesi esteri, i rispettivi uffici marchi.

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